lunedì 2 dicembre 2013

Ravenna - la tomba di Dante


Il nostro viaggio comincia qui, a Ravenna, il 15 settembre 1321.

Questo è un incrocio dal quale passano tante storie, ma una sola è quella che proveremo a seguire...

«L'uomo era stanco, malazzato. Mai, in tanto peregrinare fece viaggio più triste. Attraverso la laguna, lungo il cordone litorale, le terre deserte... La sera del secondo giorno sostò secondo il costume, a Pomposa... Arrivò a Ravenna per riposare sul letto di morte. Il corpo bruciante per febbre, lo spirito immerso in Dio. Intorno i figli piangenti, gli amici... Il mondo veniva dinanzi a lui: tra lui e Dio non c'era più alcuno. Era la notte fra il 14 e il 15 settembre 1321.» (Umberto Cosmo, Vita di Dante)

Così moriva Dante Alighieri, portato via dalla malaria contratta di ritorno da Venezia, dove era andato come ambasciatore di Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna.
Sandro Botticelli, ritratto di Dante (1495 circa)
Proprio Guido Novello si adoperò per predisporre il funerale: Dante venne «seppellito a grande onore in abito di poeta e di grande filosofo», secondo quanto riporta un anonimo cronista dell’epoca. «Usciti dalla chiesa, quanti avevano partecipato al rito tornarono alla casa in cui Dante aveva abitato. Guido vi tenne uno ornato e lungo sermone».
Il corpo di Dante venne sepolto in un’arca antica sotto un portichetto, nella stessa area dove oggi sorge il sepolcro a lui dedicato.
Ma …
… contrariamente a quanto di solito avviene, le sue spoglie non “riposarono in pace”, tutt’altro!

Passano appena 7 anni e il cardinale Bertrando del Poggetto, nipote del Papa, fa bruciare in una pubblica cerimonia il libro di Dante De Monarchia, perché «cose eretiche contenente».
L’intento del cardinale era quello di far fare la stessa fine anche alle ossa del sommo poeta, e ci sarebbe riuscito  «se a ciò non si fosse opposto un valoroso e nobile cavaliere fiorentino, il cui nome fu Pino della Tosa, e con lui Ostagio da Polenta, potente ciascuno assai nel cospetto del cardinale di sopra detto».
Passato questo pericolo, cominciarono le richieste di restituzione da parte della città natale: nel 1396 e nel 1429 Firenze chiese la restituzione delle ossa. Ravenna rifiutò. E non se ne fece nulla.

Ma …
.. nel 1509 Ravenna passa sotto il controllo dello Stato Pontificio, e nel 1513 diventa papa uno dei figli di Lorenzo de' Medici, il Magnifico.
Raffaello, Ritratto di papa Leone X
E’ l’occasione giusta per portare i resti di Dante a Firenze.
Papa Leone X, sollecitato da una petizione di fiorentini illustri ordina la traslazione. Tra i firmatari anche Michelangelo, il quale, in calce alla supplica inviata dai fiorentini al Papa, aveva scritto: «al divin Poeta fare la sepoltura nuova, decente e in loco onorevole in questa città. »

Parte da Firenze una delegazione incaricata del “trasloco”, ma quando arrivano a Ravenna ed aprono il sarcofago, lo trovano vuoto!
«Che storia è mai questa!» avranno esclamato gli increduli fiorentini...
… scherzi da prete, anzi da frate …
Infatti, i frati francescani dell'attiguo convento, avevano giocato d'anticipo: avevano fatto un piccolo foro nel retro del sepolcro, e da lì avevano trafugato le ossa di Dante.
I frati francescani continueranno per secoli ad essere gli attenti custodi dei preziosi resti, arrivando a far sorvegliare gli operai dalle guardie quando nel 1692 fu fatta una manutenzione straordinaria della tomba.

Nel 1810, preoccupati dalle leggi napoleoniche sulla chiusura degli ordini religiosi, i frati nascosero nuovamente le ossa di Dante, questa volta in una cassetta che fu murata in una colonna nell'attiguo oratorio, al riparo da mani ostili.
Forse troppo al riparo …
Infatti i resti furono nascosti talmente bene che se ne perse traccia fino al 1865. In quell’anno, infatti ricorreva il 6° centenario della nascita di Dante, e venne deciso di restaurare per l’occasione  il prezioso sepolcro.

Cominciano i lavori.
La mattina del 27 maggio 1865, tra una scalpellata e l’altra i muratori
Dopo un'esposizione pubblica, le ossa furono rimesse al loro posto, ma durante la seconda guerra  mondiale dovettero nuovamente traslocare.

Il 23 marzo 1944, infatti, per evitare che i bombardamenti le distruggessero, vennero sepolte poco distante dal mausoleo sotto un tumulo coperto da vegetazione, per tornare al loro posto solo a guerra conclusa.
Da allora ad oggi, “”non si sono più mosse”, ma mai dire mai …

Infatti a Firenze, già dal 1829, nella Basilica di Santa Croce c’è monumento sepolcrale dedicato a Dante, nella speranza che un giorno le sue spoglia possano riposare accanto a quella di altri illustri personaggi, quali Foscolo, Rossini, Galileo e Michelangelo.
Chissà che un giorno i frati francescani di Ravenna non siano costretti ad intervenire ancora.
O forse lo hanno già fatto …

Certo, può sembrare strano cominciare un viaggio con un post dedicato ad una tomba, per quanto illustre..
..ma, come dice un giornale locale, c'è crisi...

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